Risco, fondata ben 40 anni fa, è un leader riconosciuto sul mercato della sicurezza a livello mondiale.
S News incontra Ivan Castellan, Branch Office Manager, RISCO Group per la filiale italiana.
Cosa rappresenta il brand RISCO e cosa significano 40 anni di storia?
Fondata nel 1978, RISCO Group ha maturato oltre 40 anni di esperienza in attività che includono ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di soluzioni di sicurezza per i professionisti di tutto il mondo.
L’azienda è nata sviluppando inizialmente solo sensori e, con il nome di ROKONET, è diventata un riferimento mondiale, apprezzata e premiata ovunque. Il nome ROKONET è stato cambiato il 1 Gennaio 2006 in RISCO – Rokonet Integrated Security COmpany – per enfatizzare che l’azienda aveva affiancato ai sensori professionali anche sistemi in grado offrire agli installatori maggiori opportunità di business.
Da Israele, dove è stata fondata, l’azienda ha aperto filiali in Europa, USA, Australia, ASIA e dove non è presente personalmente ha partners ufficiali che la rappresentano. Inoltre, i prodotti hanno ottenuto tutte le certificazioni/omologazioni dei Paesi in cui siamo presenti a confermare il massimo impegno di RISCO, non limitato solo allo sviluppo di prodotti con prestazioni superiori, ma anche alla ricerca della massima qualità possibile nel rispetto di tutte le norme vigenti.
Grazie alla costante collaborazione con gli installatori professionisti, RISCO ha saputo interpretare le esigenze degli addetti ai lavori e sviluppare soluzioni uniche e spesso brevettate, come la tecnologia ACT™, Anti Cloak Technology, che garantisce la rilevazione di intrusi anche in ambienti caldi e quando sono mascherati.
Quali gli aspetti distintivi dell’attuale vostra proposta tecnologica, quale il valore aggiunto?
RISCO dunque sviluppa internamente i propri prodotti relativi a ogni ambito: meccanico, elettronico, software e firmware. Una soluzione unica sviluppata dall’azienda è RISCO BUS – che consente di collegare alla centrale, tramite quattro conduttori (due per l’alimentazione e due per i dati), sensori da interno, esterno, da soffitto o parete e per impieghi residenziali, commerciali o industriali (oltre ad alimentatori, sirene, espansioni, ecc.).
In questo modo, oltre alle esclusive capacità di rilevazione e all’elevata immunità ai falsi allarmi, gli installatori possono beneficiare anche della diagnostica e della configurazione remota. Quanto è utile ad un installatore poter misurare dal proprio ufficio le tensioni di alimentazione, i disturbi ambientali rilevati dalle singole tecnologie di rilevazione, il segnale generato dal movimento di persone e/o oggetti, la versione firmware e poter modificare ogni opzione disponibile come la sensibilità, la portata della MW, l’accecamento, i LED?
Quanto vale poter fornire al proprio cliente finale un intervento in tempo reale stando in ufficio?
La risposta è “tantissimo”, considerato che tutti i nostri clienti, che hanno provato queste funzionalità, non possono più concepire un impianto che non ne faccia uso…
Quindi: cloud sì o cloud no?
Cloud sempre! Partiamo dalla considerazione che, poter gestire il proprio sistema di sicurezza in mobilità è sempre stato apprezzato e richiesto dagli utenti finali, e RISCO ha sempre messo a loro disposizione tutti i mezzi che la tecnologia ha supportato: via telefono con comandi vocali, vis GSM con SMS dedicati e da qualche anno tramite APP. Tutti i sistemi possono tuttora coesistere sullo stesso impianto anche se la APP, oggi, risulta essere lo strumento più apprezzato perché semplice, efficace e sicuro.
La APP non è di per sé sinonimo di cloud, infatti sul mercato sono disponibili diverse centrali che supportano il dialogo con la APP attraverso un web browser, che risiede a bordo della centrale stessa. Per RISCO questa non è la modalità migliore per garantire all’utente finale una gratificante esperienza d’uso e la sicurezza informatica che si attende di avere. Infatti, tutto è demandato alla protezione informatica che l’utente predispone nella propria abitazione ed è legato alla versione hardware e firmware della centrale stessa: nuove funzionalità potrebbero quindi non essere applicabili.
RISCO è stata pioniera nello sviluppare la soluzione cloud dal 2012: la sicurezza informatica è garantita a livello centrale e i nuovi servizi che RISCO ha sviluppato e svilupperà diventano immediatamente disponibili anche per tutte le centrali già connesse al cloud, senza dipendere dall’hardware o firmware locale…
Dal momento che l’azienda vuole offrire un servizio cloud di qualità, che sia il più sicuro, il più scalabile e ridondante possibile, siamo da diversi anni partner Microsoft/Azure, uno dei cloud più certificati e sicuri al mondo: la nostra piattaforma è installata a Dublino – e ridondata su Dublino stesso – e ad Amsterdam – e ridondata su Amsterdam stesso. Inoltre, le PC farm di Microsoft non sono protette solo da attacchi di tipo informatico ma anche da qualunque tipo di attacco fisico. Il servizio cloud di RISCO è conforme ai requisiti GDPR: gli utenti finali sono consapevoli di dove risiedono i propri dati e di quali garanzie di continuità del servizio possono godere.
Quindi, RISCO, ha fatto del proprio servizio cloud un elemento fondamentale per la propria offerta e il proprio futuro, facendolo diventare anche il miglior investimento possibile per gli installatori e gli utenti finali: gli installatori, infatti, possono godere di strumenti di gestione professionali che semplificano tutti gli aspetti della loro relazione con i clienti finali e l’assistenza sugli impianti installati, oltre alla possibilità di proporre servizi nuovi anche sugli impianti esistenti, mentre gli utenti finali possono vedere evolvere il proprio sistema di sicurezza in base alle loro esigenze e ai nuovi servizi disponibili.
Ecco un esempio concreto: all’inizio il cloud ha permesso di avere la gestione remota dell’impianto tramite APP con notifiche push in caso di allarme, successivamente abbiamo messo a disposizione la video verifica tramite telecamere IP, che ha aggiunto alle notifiche push immagini per documentare gli allarmi e dal 2016 sono stati aggiunti componenti Smart, tutti integrati in una singola App e applicabili a qualunque centrale RISCO connessa al Cloud.
Sempre più il tema della tutela della rete distributiva e della chiarezza della competenza commerciale e tecnica diventano fattore distintivo. Voi avete fatto delle precise scelte in tal senso, corretto?
Certo. RISCO da sempre commercializza i suoi prodotti solo attraverso una rete di distributori specializzati che in Italia, su base regionale, operano sia nella commercializzazione che nella promozione e formazione delle nostre soluzioni. Questo risulta essere sempre più importante perché crediamo fermamente che solo le competenze tecniche e commerciali possano aiutare i nostri installatori a distinguersi in un mercato sempre più competitivo quale è quello odierno. Per RISCO è quindi importante realizzare attività di formazione che possano consolidare il proprio canale di distributori e le competenze adatte per supportare a loro volta gli installatori. Per entrambi, è stato progettato il programma Stars: moduli formativi e certificazioni, sia tecniche che commerciali, fruibili tanto dai distributori quanto dagli installatori, che si avvalgono di video, tutorial e differenti presentazioni sulle soluzioni RISCO.
Guardando in prospettiva, come evolverà questo mercato della sicurezza in Italia, sia sotto il profilo tecnologico che sotto quello organizzativo strutturale, e quindi delle dinamiche e degli equilibri?
Il mercato della sicurezza ha prospettive di crescita che interessano anche aziende che non si sono mai occupate della sicurezza in passato. Molti siti commerciali internet e colossi mondiali nell’ambito dell’elettronica di consumo, hanno iniziato a offrire soluzioni di sicurezza e IoT, non certificate ma allettanti per gli utenti finali con cui hanno già una relazione diretta.
La nostra sfida è quella di far comprendere agli interessati le differenze concrete esistenti tra prodotti professionali e certificati e quelli che non lo sono: ecco perché investiamo molte energie e risorse nella formazione e selezione dei partners.
Fonte: S News – Informazione per la Sicurezza